giovedì 22 maggio 2014

Fermata: Ripamonti - Isonzo | Il post partum di Valentina

Valentina e la sua bambina
Credit: www.post-partum.it
Mi viene da sorridere quando di sé mi dice «Credo di avere pochissime capacità, una di queste è scrivere abbastanza bene. Abbastanza, eh!». Di sicuro, penso, ecco la bassissima autostima tipica di noi donne.
Eppure lei ha dimostrato di avere una grande forza e di sapere uscire da una situazione difficile. Chiedendo aiuto, perché chi è forte sa quando è il momento di chiedere aiuto.

Valentina ha 31 anni, oggi fa la giornalista freelance, un lavoro che - dice - le è capitato un po' per caso mentre stava tentando la carriera universitaria che poi ha abbandonato.
Un paio d'anni fa, come è piuttosto normale a questa età, si è sposata, e qualche mese dopo è nata la sua bambina.
Nulla di strano, nulla di “anormale”.
Qualcosa però, dopo la nascita di Paola, è andato storto.

Valentina continuava a piangere, si sentiva inadeguata, il suo umore passava dal sole alle nuvole più in fretta di un cielo inglese. Non voleva mai restare da sola con Paola, aveva paura che potesse succederle qualcosa, che la bambina potesse morire e lei non sapesse cosa fare. Così non per qualche giorno, non per qualche settimana. Il tempo passava e, nonostante tutti gli aiuti del marito e della sua famiglia, le cose non miglioravano.
Era successo che Valentina si era ammalata di depressione post partum.

«Io mi sono sentita sola e arrabbiata. Nessuno mi aveva parlato delle difficoltà che avrei dovuto superare una volta diventata mamma: mi avevano dipinto la maternità come un momento di grazia e beatitudine, di un amore che sarebbe sbocciato a prima vista tra mamma e bambino, e invece così non è stato, e io mi sono sentita una cattiva madre. Dopo, solo dopo, ho scoperto di non essere l'unica, anzi, che siamo tantissime».
Valentina ha cercato risposte e informazioni in rete e si è imbattuta in diversi siti e forum in cui molte altre donne raccontavano come si sentivano, e i loro pensieri erano uguali ai suoi.

Quello che è successo a Valentina non è una cosa così insolita. Recentemente una ricerca di O.N.Da (l'Osservatorio nazionale sulla salute della donna) ha messo in luce che in Italia il 16% delle neomamme soffre di depressione post partum, e in Lombardia le percentuali raddoppiano: è un genitore su tre a cadere in questo tipo di depressione. Sì, genitore: perché la depressione post partum può colpire anche i papà. Eppure se ne parla troppo poco, e quando succede non si arriva preparati.
Lei ha chiesto aiuto all'ospedale Niguarda, dove c'è uno sportello dedicato, e da settembre scorso è in cura per la sua depressione.

Ha deciso, poi, di aprire un blog, www.post-partum.it, per dare uno spazio, un riferimento alle tante mamme che vagano nella rete alla ricerca di informazioni, perché non si sentano sole, non si sentano sbagliate, e possano trovare le informazioni necessarie, compresi i riferimenti di chi può essere d'aiuto.
«Di depressione post partum bisogna parlare, senza vergognarsi della propria storia, perché non vuol dire essere una cattiva madre - ci tiene a ripetere Valentina. - È un problema comune, da cui si può guarire, ma si può guarire solo facendosi aiutare, perché è una malattia e come una malattia va trattata».

Sul suo blog Valentina sta aggiornando la sezione dedicata ai centri a cui è possibile chiedere aiuto.
Oppure, per ulteriori info, questo è il sito ufficiale di O.N.Da dedicato al tema, e anche qui si trovano le indicazioni dei centri di riferimento.
Qui invece si può scaricare una brochure informativa sulla depressione post partum.





Valentina è una delle mamme blogger che hanno partecipato, lo scorso weekend, all'evento #MammaCheBlog 2014.

Qui avevo raccontato la storia di Francesca 

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