A Embrun, Hautes-Alpes, Francia |
Quando siamo andati a vederlo la prima
volta, non ero nemmeno convinta che un campervan fosse una buona idea
per noi.
Stavamo girando da mesi per vedere
furgoni attrezzati a camper, ma io mi lasciavo trascinare in questa
ricerca come si tira per mano un bambino che non ha poi così tanta
voglia di camminare.
Sul lago di Como |
Un po' perché Irene in auto aveva poca
autonomia di viaggio, o perché addormentarla all'epoca era difficile
e chiedeva lo spazio per muoversi e cullarla, o forse perché lei non
sta – e non stava – mai ferma,
quindi come avrebbe potuto stare in uno spazio vitale così piccolo
mentre, ad esempio, ci sarebbe stato da preparare da mangiare o
allestire i letti per la notte?
Una cena! |
Ho
visto il primo campervan quando lei appena gattonava, e quando
abbiamo trovato quello che sarebbe diventato il nostro Solero
aspettavo già Clara. Tanto per
dire.
È
stato un pomeriggio di follia di aprile.
Apparentemente
era meno curato di altri che avevamo visto, l'allestimento interno
sembrava meno fine, era anche un po' incasinato.
Ma i
proprietari erano una coppia con due bambini piccoli, con la stessa
differenza di età che avrebbero avuto le nostre bimbe, e il racconto
dei loro viaggi, soprattutto la spiegazione degli allestimenti robusti che avevano
scelto, la comodità di avere un bagno sempre a portata (evviva!), le dritte e i consigli che ci darono su come gestire
seggiolini, oggetti, protezioni e stile di vita in modo smart ci fece
capire la cosa che fece la differenza: se era stato perfetto per
loro, era quello che faceva al caso nostro, che avevamo le stesse
esigenze.
A Comacchio, Emilia Romagna |
«Ci
pensiamo»,
avevamo detto loro.
Ma nei
40 kilometri di ritorno a casa avevamo già deciso. E continuavamo a
ridacchiare come due ragazzini esaltati.
Insomma,
era stato un vero e proprio colpo di fulmine.
La prima notte che abbiamo dormito sul Solero è stato a Sirmione, in riva al lago di Garda. Un panorama bellissimo.
A Sirmione |
E poi un acquazzone tremendo, e Irene così eccitata dalla novità che ci ha messo ore ad addormentarsi.
Un battesimo del fuoco, ma da quel giorno di
viaggi ne abbiamo fatti.
Un on
the road in Provenza la prima
estate, in Germania in Foresta Nera, la seconda, e ancora la
Francia, questa volta in Borgogna.
A Maubec, paesino scoperto per caso in Provenza |
Dopo un temporale, in riva al fiume, a Schiltach, Germania |
Ma
soprattutto ci ha insegnato a viaggiare in modo diverso.
Il
pensiero di non avere la fretta e l'ansia di arrivare in qualche
posto entro sera, perché avevamo la possibilità di fermarci a
dormire dove ci piacesse di più ci ha aiutato a lasciare le autostrade per le strade secondarie.
A non
pensare solo alla meta ma goderci la strada.
Abbiamo
fatto diventare i tragitti per arrivare a destinazione un viaggio nel
viaggio, aggiungendo tappe non previste, riscoprendo la Via Francigena, alcuni dei borghi più belli
d'Italia, i passi di montagna, laghi sul percorso, valli
inaspettatamente belle non lontani da casa.
Abbiamo
incontrato persone nuove e visitato vecchi amici.
Nel
frattempo siamo anche diventati più grandi.
Sul lago Titisee, in Germania nella Foresta Nera |
Per
questo oggi, anche se le nostre esigenze sono cambiate e ci stiamo
orientando su un modello un po' diverso, lasciarlo andare è una
stretta al cuore.
E per
questo vorremmo che trovasse dei buoni compagni di viaggio a cui
affidarlo.
Aggiornamento 23 gen.
Oggi abbiamo salutato (e venduto) il nostro Solero. Lo potete leggere qui: #buonviaggioSolero!
Aggiornamento 23 gen.
Oggi abbiamo salutato (e venduto) il nostro Solero. Lo potete leggere qui: #buonviaggioSolero!
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