giovedì 10 settembre 2015

La spesa vicina e giusta delle famiglie di Novate

Spesa al Gas di Novate Milanese
Paolo, da dieci anni, ormai al supermercato ci va pochissimo.

La verdura la compra da un contadino di Vimercate.
Il formaggio direttamente da un caseificio del bresciano. 
Per la carne si rivolge agli allevatori del Parco Sud di Milano. 
Mentre arance e olio li fa arrivare da un produttore siciliano. 

E con alcuni di loro, dopo tanti anni, il rapporto non è più solo quello tra venditore e cliente, ma c’è una relazione di fiducia, di collaborazione, con alcuni anche di amicizia.

Ma la famiglia di Paolo non è l’unica ad aver fatto questa scelta. 
A Novate Milanese, insieme a lui, sono sessanta le famiglie che da tempo si sono organizzate in un gruppo e decidono da chi comprare e cosa. C’è chi si occupa della frutta e della verdura, chi della carne, chi della pasta e, ciascuno per il settore che gli è affidato, si occupa di contattare i fornitori, inoltrare gli ordini, distribuire poi le spese fatte.

Paolo, padre di famiglia con due figli ormai adulti, di cui uno ancora in casa, è il coordinatore di questo Gas – Gruppo di acquisto solidale – che ha fondato, insieme a una decina di altre famiglie, ormai dieci anni fa.

«La storia di Novate, così come di molti paesi, racconta di molti negozi di quartiere che sono stati riferimento per la popolazione per decenni, fino all’avvento dei grandi centri commerciali che li hanno indotti ad abbassare per sempre le saracinesche – racconta Paolo. – Così, nel 2005, insieme ad altre famiglie che, come la mia, faceva riferimento al mondo delle Acli e aveva già una sensibilità per i temi del consumo critico e della solidarietà abbiamo provato a ripristinare un modo di “fare la spesa” che privilegiasse le relazioni, la vicinanza, il supporto ai piccoli produttori».

Nel tempo sono stati in tantissimi ad aderire a questa formula di consumo alternativo e che oggi aderiscono al Gas “Acli di Novate”, anche se non tutti fanno l’intera spesa attraverso questo canale. 

«Un po’ non è possibile comprare tutto così. La mia famiglia, ad esempio, fa più del 50% della spesa in questo modo, ma poi per alcuni prodotti come i detersivi, oppure il pane quotidiano e le piccole emergenze andiamo nel circuito commerciale più grosso».

Ciascun Gruppo di acquisto solidale, in genere, privilegia alcuni criteri per selezionare i proprio fornitori. C’è chi dà la priorità alla produzione biologica, chi al cosiddetto chilometro zero, chi al lato più solidale. 
La filosofia che guida il Gas di Paolo è la ricerca e il rapporto personale con i piccoli produttori, meglio se aziende familiari che si sono trovate in difficoltà a causa della concorrenza della grande distribuzione. Alcuni di loro, in passato, sono stati scottati dai rapporti coi grandi supermercati, che pagavano una miseria e in ritardo. 
Le famiglie del Gas, ci raccontano, forse non garantiscono gli stessi volumi di ordini, ma pagano subito e in modo equo.

«Abbiamo scelto fin da subito di collaborare con piccoli agricoltori e allevatori, e la storia di questi dieci anni ci dà ragione – ne è orgoglioso Paolo – perché questi rapporti oggi sono garanzia di qualità, e con alcuni di loro ormai abbiamo costruito delle belle amicizie».


Questa storia è stata
raccontata anche
sull'ExpoBlog di Caritas,
a questo link

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