giovedì 24 settembre 2015

I cavalli di Mosè e Stefania

Mosè
«Quando sono andato in pensione sapevo che volevo fare due cose: fare del volontariato, perché pensavo che fosse giunto il momento di restituire quanto la vita mi ha dato, e dedicarmi ai cavalli, perché ho sempre molto amato questi animali».

Mosè ha 55 anni, e tutta l’aria di essere un “duro” dal cuore grande.
Ha scelto di dedicare il suo tempo al progetto Lu.po.rè., una sezione del Consorzio servizi sociali dell’Olgiatese che realizza l’ippoterapia – percorsi di riabilitazione con i cavalli – con ragazzi disabili.



«Io mi occupo di accudire gli animali, ma è bellissimo vedere, da una parte, la passione e il cuore che operatori e educatori mettono verso i ragazzi, dall’altra, invece, i progressi incredibili che hanno fatto queste persone disabili da quando hanno stretto questo rapporto con i cavalli».

Stefania (a destra) con la collega Carla
Stefania
ha 40 anni ed è una delle tre educatrici e operatrici di riabilitazione equestre (come si chiama tecnicamente la sua professione). Per Lu.po.rè se ne occupa dal 2007, hanno iniziato con un cavallo e una sperimentazione e oggi hanno sei animali e circa sessanta disabili dai 6 ai 60 anni.

«Oltre alle persone che fanno la riabilitazione classica, “in sella”, coi cavalli, abbiamo anche un gruppo di ragazzi, che soffrono di un lieve ritardo mentale, che fanno gli “ausiliari”, e cioè ci aiutano nella cura e nella gestione del cavallo, anche durante la terapia degli altri – racconta Stefania. – Soprattutto su di loro abbiamo visto dei cambiamenti incredibili. 

C’è Massimiliano ad esempio (il nome è di fantasia) che prima non diceva una parola, ora invece è in grado di fare un minimo di conversazione».









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