Anche se manca poco meno di un mese e mezzo,
è già ora di chiedersi: e dopo?
Cosa resterà di Expo, a tornelli e
padiglioni chiusi?
No, non mi riferisco a quale sarà il
destino dell'area: di quello si blatera – e non si quaglia –
da anni.
Parlo dei contenuti: chi ha creduto
veramente al tema Nutrire il pianeta. Energia per la vita ha cercato
di fare informazione e cultura, e da molto prima del 1° maggio.
Sarà servito a qualcosa?
Ho sfogliato il catalogo Ikea
Nei giorni scorsi mi è arrivato a casa
il nuovo catalogo dell'Ikea.
Sfogliando le pagine, tra mobili di
cucina e contenitori per il cibo, mi hanno molto colpito i messaggi
proposti attraverso le didascalie e le interviste ai designer:
si
parla di recupero degli avanzi di cibo, per non creare scarti,
di
coltivazione anche in piccoli orti e spazi verdi, per avere prodotti
vicini,
di condivisione di pranzi,
di riduzione di consumi
e di
raccolta differenziata.
Se anche il marketing, per vendere,
punta su questi temi, allora qualcosa nella nostra testa e nelle
nostre abitudini sta già cambiando.
Sarà un caso?
Quante scuole incontrate all'Expo
Nell'ultimo anno scolastico, moltissimi
istituti hanno scelto di dedicare una parte importante della
programmazione al tema del diritto al cibo per tutti o a quello più
“verde” del rispetto per un pianeta inquinato e maltrattato.
Ho incontrato molti di loro in questi
mesi in visita a Expo.
Come una scuola media di Cosenza, dove
gli insegnanti hanno proposto percorsi sul recupero degli scarti in
cucina e sulla riduzione degli sprechi.
Ho ritrovato Tomaso, conosciuto per altre vie e incrociato qui in veste di insegnante di spagnolo al
Capponi di Milano, che mi ha spiegato come stessero preparando i
ragazzi all'esame di terza media con un lavoro sui patrimoni
dell'umanità, e li avessero fatti ragionare su come alcuni beni -
cibo, acqua e terra – siano patrimonio di tutti gli uomini.
Ho parlato con insegnanti di diverse
scuole della provincia di Lecco: loro durante l'anno hanno invitato
operatori della Caritas che hanno aiutato gli studenti - dai ragazzi
delle superiori ai bimbi delle elementari - a riflettere sulla
mancanza di cibo sufficiente, oggi, anche per molti italiani e
lecchesi: basta vedere come si riempie la mensa della loro città.
Un cartellone alla scuola dell'infanzia
Mia figlia ha appena iniziato la scuola dell'infanzia.
Vicino all'ingresso, le insegnanti hanno appeso un cartello con il tema dell'anno: “Alla scoperta della natura: amare, nutrire, proteggere”.
Lo hanno anche declinato in alcuni
obiettivi chiave:
rispettare e riconoscere il valore
dell'ambiente,
scoprire i prodotti della terra,
comprendere il significato di una
corretta alimentazione, acquisendo abitudini alimentari positive.
Stiamo parlando di bambini che hanno
minimo tre anni, e che ne avranno al massimo sei, sei e mezzo quando
avranno finito l'anno scolastico.
Sono temi troppo difficili?
Io credo di no, che non si è mai
troppo piccoli per questo.
Da mamma, sono contenta che, giocando,
lei potrà crescere su questi concetti.
Da professionista che sta lavorando su
questo, mi sembra una piccola vittoria: se qualcosa di tutto questo
sarà entrato nelle nostre abitudini, nella nostra testa, grandi o
piccoli che siamo, se avremo una nuova consapevolezza sul problema
del cibo, allora Expo sarà servita a qualcosa.
Al di là degli assaggi, delle code ai
padiglioni, dell'atmosfera un po' alla Gardaland, degli spettacoli di
luci all'Albero della vita.
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