martedì 3 dicembre 2013

Fermata: Bovisa Politecnico | Le domande di Joy

Joy indossa degli stivali neri, una gonna di jeans, una maglione rosso fuoco e in testa un foulard rosso uguale, ha la pelle color cappuccino e il viso stanco. 
Ha iniziato il lavoro stamattina alle 5 e ha staccato nel primo pomeriggio. Ha pulito uffici, corridoi, bagni, scale. Ora si siede sul treno e va verso casa.
Se c'è una cosa che non ha ancora capito dei milanesi è perché non si parlino, quando si siedono su questi treni, e gli sguardi si incrociano e si guardano negli occhi.
Non le darebbe fastidio che la guardassero così con curiosità, se poi avessero il coraggio anche di parlarle. Vorrebbe che qualcuno le chiedesse qualcosa di lei.
Chi sei? Da dove vieni?
Come ci sei finita in questo posto? E perché te ne sei andata da casa e sei venuta fin qui?
Sei felice? Cosa provi?
Quali sono i tuoi sogni e i tuoi desideri?
Chissà se un giorno qualcuno si deciderà, così, all'improvviso, a farle queste domande. Magari potrebbe farle lei all'uomo che ha di fronte.
Chiude gli occhi, pensandoci, e si addormenta contro il finestrino.

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