venerdì 14 agosto 2015

La battaglia di Irene per il diritto al cibo

Irene, negli ultimi anni, con la Caritas è cresciuta parecchio. È cresciuta di età, certo, ma sono stati soprattutto gli incontri a farla crescere.

Nelle sue vacanze da universitaria ha partecipato come volontaria ai Cantieri della solidarietà, i campi estivi della Caritas Ambrosiana.
Il primo in Sud Italia, in provincia di Salerno, lavorando coi profughi – in gran parte africani – in arrivo dalla Libia. 
L’anno successivo è partita alla volta della Moldova, in un’esperienza a contatto con gli “orfani bianchi”, i bambini figli delle donne emigrate per lavorare come badanti.

Ma le estati sono finite presto, e a lei quel breve tempo non è sembrato più sufficiente. È così che ha deciso di mettersi in gioco per un anno intero, e per farlo ha scelto il Servizio civile.

Un anno in cui ha toccato con mano una cosa che già sapeva nella teoria: e cioè che andare all’estero, lavorare in un paese povero è un’esperienza dura, bella e preziosa, ma che non è necessario andare tanto lontano per scontrarsi con la povertà e per impegnarsi in prima linea.
Che anche in Italia, nella ricca Lombardia, oggi c’è chi ha fame e non ha cibo a sufficienza.
Questo ha imparato Irene lavorando per un intero anno al centro di ascolto e nella mensa della Caritas.

E ha imparato a raccontarlo. Nei mesi che hanno portato a Expo lei, 25enne laureata in filosofia, ha lavorato girando per le scuole primarie, secondarie e superiori del Lecchese – dal liceo Parini di Lecco alle elementari di Colle Brianza – per sensibilizzare sul tema del diritto al cibo.

Negli scorsi mesi ha incontrato bambini e adolescenti e ha spiegato loro come il cibo prodotto al mondo sia sufficiente per tutti, ma sia distribuito troppo male.
Ha raccontato le storie delle tante persone cosiddette normali che ha incontrato alla mensa dei poveri.
Ha proposto giochi per far riflettere sugli stili di vita e video sui disastri della globalizzazione.
E ha chiesto di far sentire la propria voce attraverso disegni, lettere e poesie.
Perché tutti, grandi e piccoli, possono fare qualcosa.

(pubblicata su ExpoBlogCaritas.com) 

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