martedì 6 giugno 2017

Ma com'è bello andare in camper per i colli bolognesi...


Ci sono persone che si conoscono on line, e quando ci incontra off line è un momento sicuramente speciale.

Roberto, Maddalena, Sebastiano e Ermanno li abbiamo incontrati su twitter, per caso, meno di un anno fa, e poi li abbiamo seguiti nelle loro avventure sul loro blog e sui canali social.
Loro sono tre esseri umani – di cui uno piuttosto piccolo – e un campervan decisamente eroico: Ermanno è un Fiat 238 «che aveva già finito la sua vita quando lo abbiamo trovato noi in un garage, tre anni fa», mi ha raccontato Maddalena in questi giorni.

E invece loro lo hanno portato a casa, amato, coccolato e rimesso in sesto, e Ermanno ha ripreso a macinare migliaia di km per loro.

Tra un paio di settimane lo imbarcheranno e spediranno in Canada, dove lo raggiungeranno poi via aereo per il loro progetto #RoadToCanada.
Andranno a incontrare il fratello di Roberto, che vive là con la famiglia, e dove il piccolo Seba conoscerà la neonata cuginetta Gioia.



La strada è lunga, visto che sono ancora a metà dei lavori di rifacimenti degli interni e i tempi stringono.
Un progetto per qualcuno sballato e forse assurdo, ma non si può non fare il tifo per loro. Noi lo facciamo.

(A proposito, se volete sostenerlo, partecipando al crowdfunding del loro documentario, alla fine avrete l'opportunità di vedere il Canada dal loro punto di vista on the road sicuramente particolare).

Ma siccome chi butta il cuore in progetti un po' folli, come loro, una ne pensa e cento ne fa, questo weekend non se ne sono stati tranquilli e hanno organizzato un raduno di campervan sulle colline bolognesi.


E così abbiamo parcheggiato il nostro Herbert vicino al loro Ermanno, insieme al Gigio e a Ronzinante, e agli altri mezzi di alcune famiglie variamente assortite, tra bambini, cani e gatti.


Forse dire che è stato bello è banale. Però è stato bello davvero.

È bella quella vita “da campeggio”, di cui mi sono innamorata da bambina, grazie ai miei genitori, e senza la quale non è davvero “vacanza”, che più che riposo è libertà.

È bello incontrare delle persone per la prima volta, e passare delle giornate insieme come se ci si conoscesse da tempo. A chiacchierare, organizzare passeggiate, scambiarsi albicocche e bottiglie di birra, spostare i tavoli uno di fianco all'altro, iniziare dieci discorsi e non finirne uno.




Bello curiosare ciascuno nel furgone dell'altro, anche alla ricerca di ispirazioni e soluzioni. Persino quando su ogni van, a turno, ci siamo trovati sei bambini per volta che si facevano la visita guidata l'un l'altro.

È stato magico per i bambini: quella cosa che succede quando loro si riconoscono, pur non essendosi mai visti:

quando per tre giorni li vedi muoversi in branco, capaci di farsi tutta la salita al santuario di San Luca a Bologna saltando e correndo avanti e indietro, carichi solo per il fatto di essere insieme.

Quando riacciuffarli ormai a notte, dar loro una sciacquata e sbatterli a dormire diventa un'impresa titanica.
Perché loro, nel frattempo, sono andati a caccia di lucciole.



Quando vedi abbracci che ti commuovono fino alle lacrime.
Quando chiedi «ti sta piacendo?» e ti rispondono «sono giorni stu-pen-di!».

E torni che Nene ha imparato ad andare senza rotelle, solo perché Noah le ha prestato la bici.

E che Clarotti cuor-di-leone ha accarezzato vari gatti e quasi fatto amicizia con Maya, una cagnolona grossa il doppio di lei. Voi non avete idea dell'impresa.

È bello, bellissimo, quando si torna tutti stanchi e sporchi, ma felici.



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