Tonino oggi ha la sua casa, riesce a gestirsi la propria vita, i propri
risparmi e anche la malattia. Certo, sempre prendendo i propri farmaci e
sempre seguito dal suo psichiatra di riferimento, che lo ha
incoraggiato quando è stato il momento di lasciare il nido e volare con
le proprie risorse, ma riesce a fare una vita quasi normale, sicuramente
autonoma.
Joseph ha 25 anni, abita a Casa Betulla - uno degli appartamenti di Residenzialità leggera della cooperativa Filo di Arianna pensati per chi soffre di malattie psichiatriche - e
si sveglia ogni mattina prima delle 5. Esce presto di casa, prende
l'autobus e va al lavoro. Tutte le mattine, da solo.
Lavora per una cooperativa sociale, si occupa della raccolta di imballaggi e rifiuti per una grossa catena
di supermercati. Per lui questo lavoro è importantissimo, perché è il
primo passo per tornare a farcela da solo.
«In passato ho
avuto problemi di salute e sono finito in una comunità. Dopo qualche
anno sono migliorato, prendo ancora le mie medicine, ma intanto ho
imparato a vivere da solo in questo appartamento - racconta. - Qui mi aiutano ancora
un po', l'educatore mi accompagna a fare la spesa, oppure nei vari
uffici, all'Inps o all'Asl quando devo fare dei documenti».
In casa invece si arrangia: «Cucino da
solo, sistemo le mie cose da solo. Con la lavatrice invece a volte ho
difficoltà: alcune volte ci riesco, altre devo aspettare l'operatore
della cooperativa che mi aiuti ad avviarla».
Joseph è arrivato in Italia da solo, la
sua famiglia è rimasta al suo Paese, in Africa. Ma ha trovato qualcuno
che lo ha preso a cuore: un volontario della comunità si presenta da lui
tutti i sabati, e insieme si concedono una biciclettata al Parco Nord.
Alla sera dell'ultimo dell'anno la famiglia del volontario lo ha
invitato al Cenone a casa loro.
Rita, invece, è una educatrice degli appartamenti di Residenzialità leggera della Filo di Arianna. Qui potete ascoltare il suo racconto:
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