venerdì 4 settembre 2015

Donne e sviluppo in una mostra. Quei tesori nascosti in Expo

In molte parti del mondo le donne hanno un accesso più difficile, rispetto agli uomini, a risorse come il credito, l’istruzione e la terra, nonostante siano loro le principali produttrici di cibo a livello mondiale.

Se riuscissimo a cancellare questa discriminazione tra uomini e donne, in tutto il mondo, avremmo centinaia di migliaia di persone fuori dal rischio fame.

Queste donne vivono nell’area di Gisuru, in Burundi. Caritas qui sta aiutando i rifugiati burundesi che fanno ritorno dai campi profughi in Tanzania.

Sapete che anche su questo si riflette in quella che può essere solo una grande giostra, cioè Expo?
Già, contenuti ce ne sono. Contenuti forti. Basta cercarli.
Ad esempio all'Edicola Caritas.
Sarò di parte, ma proprio qui dietro il loro piccolissimo padiglione (se arrivate con metropolitana o treno, subito all'inizio del decumano sulla destra), vi aspetta la mostra fotografica Donne, cibo e sviluppo.

Dando alle donne istruzione, accesso al lavoro e a condizioni di lavoro dignitose, fornendo loro assistenza sanitaria e accesso ad altri servizi di base, la fame e la povertà non sarebbero più una condanna che si trasmette di generazione in generazione.
Le voci delle donne potrebbero essere udite e il loro potenziale finalmente esprimersi.

Questo il messaggio che accompagna le immagini.



Nella Repubblica Democratica del Congo un’associazione partner di Caritas ha acquistato terra agricola per sostenere le donne in difficoltà colpite dalla guerra. Alcune di loro sono state ritratte mentre raccolgono semi di soia.


Molte donne nel mondo lavorano portando sviluppo, ciascuna nel proprio campo.
Raramente ricevono premi o riconoscimenti, ma sempre più spesso gestiscono e guidano progetti di sostegno e sviluppo promossi dalla Caritas nel mondo.

Strumenti di orticoltura forniti da Caritas alle popolazioni delle Filippine che hanno perso tutto dopo il devastante passaggio del tifone Haiyan nel 2013.

Le donne dimostrano affidabilità, serietà, impegno, si distinguono per la ricchezza della loro sensibilità, della loro intuizione, della loro generosità e costanza, hanno insito nel cuore il desiderio di benessere dei propri figli e delle comunità di appartenenza, investono le loro energie nel presente con lo sguardo già attento al futuro.

Ecco le loro storie.


Laxmi Salma, in Nepal, sta dando indicazioni a un gruppo di donne su come coltivare la terra.  

Maria del Rosario Ramos Castillo è una ragazza guatemalteca di 32 anni. In questa foto è ritratta mentre sta macinando del mais per preparare delle tortillas. 
L’Ufficio di Catholic Relief Service (la Caritas America del Nord) in Guatemala ha fornito sussidi alll’agricoltura dopo le devastazioni delle piantagioni di caffè dovute all’epidemia della “ruggine bruna”.

In Etiopia una donna controlla le piante in un vivaio finanziato dai sostenitori di Caritas.

Donne siriane rifugiate in Libano. Qui ritratte, nella Valle di Bekaa, costrette a lavorare per pagare l'affitto dei campi in cui si trovano le loro tendopoli.

Una donna vende pesci in un campo profughi fuggiti dalla violenza nella Repubblica Centrafricana.

Passate a dare un'occhiata.


Intanto, tra pochissimo, proprio all'Edicola partono gli “AperiCaritas”:un ciclo di incontri-testimonianze sul tema #DopoExpoVorrei...

Per non arrivare impreparati al 31 ottobre, e iniziare già da ora a pensare: quando tutto questo sarà smantellato, che città rimarrà? Che Milano vogliamo, dopo?

Se passate ora dall'Edicola, insomma, due iniziative in una.



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